
Le emoji coreane e giapponesi vanno ben oltre la classica faccina sorridente o il pollice in su. Rappresentano infatti un vero e proprio linguaggio digitale, radicato nella cultura, nelle emozioni e nella creatività.
La vita di tutti i giorni varia da persona a persona. Ma le emozioni? Quelle parlano una lingua universale.
Tutti ridiamo, ci irritiamo, ci imbarazziamo, ci innamoriamo, anche se lo scriviamo in modi completamente diversi.
Se ti è mai capitato di scrivere a qualcuno dal Giappone o dalla Corea, potresti essere già atterrato nel loro multiverso di emoji coreane e giapponesi senza neanche saperlo. Perché lì, il texting non è solo un modo per comunicare: è un’arte. Una miscela di caratteri, sticker e simboli che dà forma alle emozioni. E no, non ci stancheremo mai di esplorarla.
Se invece non hai ancora avuto modo di conoscerle, continua a leggere per scoprire questo mondo affascinante.
Capire lo Slang Coreano: Perché “Ridere” Significa Più di Quanto Pensi
Il texting in Corea non è solo una semplice conversazione: è un vero e proprio linguaggio culturale. Con oltre il 95% della popolazione online e le app di messaggistica che dominano le comunicazioni quotidiane, non sorprende che lo slang testuale sia ovunque.
Dall’uso creativo delle emoji alle espressioni giocose costruite con l’alfabeto Hangul, la Corea ha sviluppato un modo unico di esprimere emozioni, tono e umorismo attraverso il testo digitale, spesso fondendo linguaggio e segnali visivi in modi personali e profondamente culturali.
I coreani non si limitano a usare le emoji: mettono in scena le emozioni attraverso il testo. L’app di messaggistica più utilizzata è KakaoTalk, e il suo tratto distintivo è lo “sticker”. Non si tratta del classico smiley giallo, ma personaggi illustrati che fanno tutto: piangono, ridono, si arrabbiano, si innamorano. Come Ryan the lion, un leone senza criniera con una linea di prodotti da far invidia ad un pop star.
Poi c’è la magia delle espressioni basate sull’Hangul: frasi e slang radicati nella cultura coreana, scritti nell’alfabeto Hangul, creato nel XV secolo per rendere la lettura e la scrittura accessibili a tutti. Ecco una breve panoramica delle principali espressioni hangul usate nelle chat, vere e proprie mini-opere d’arte emotive:
- ㅋㅋㅋ = risata esplosiva (tipo LOL)
- ㅠㅠ / ㅜㅜ = pianto disperato
- ㅇㅋ = “okay”, con quel tocco di cool
- ㄷㄷ = brividi, tra paura e stupore
- ㅎㅎ = risatina tenera
- ㅗ = …ecco, questo lasciamolo perdere
Il bello? È tutto veloce, smart, giocoso, in continua evoluzione. È un linguaggio nel linguaggio. I giovani coreani lo reinventano ogni giorno, creando abbreviazioni ed espressioni sempre nuove.
Giappone: La Culla delle Emoji
Le emoji, come le conosciamo oggi, nascono in Giappone. Era il 1999, e Shigetaka Kurita inventava 176 icone pixelate per una piattaforma mobile. Ma ancor prima di quel successo globale, il Giappone aveva già creato un intero alfabeto emotivo con i kaomoji.
I kaomoji (顔文字), che in giapponese significa “caratteri del volto”, sono espressioni testuali che rappresentano emozioni, gesti o addirittura piccole scene. A differenza dei semplici emoticon occidentali come 🙂 o :(, i kaomoji combinano una vasta gamma di simboli per creare visuali più dettagliate ed espressive.
Sono composti interamente da caratteri della tastiera, e hanno una perfezione estremamente affascinante.
- (^▽^) = felicità assoluta
- (T_T) = cuore spezzato
- (╯°□°)╯︵ ┻━┻ = rabbia al punto di ribaltare un tavolo
È teatro in miniatura.
E quando si parla di dramma, dolcezza ed emozioni in pixel, LINE è protagonista assoluto. L’app di messaggistica più usata in Giappone dà vita alle emozioni con uno stile di emoji iconico. I personaggi di LINE Friends, come Brown e Cony, sono nomi familiari, star del merchandising e, a dirla tutta, veri e propri specchi emotivi, tanto da avere persino una serie su Netflix.
Vuoi mostrare a qualcuno che sei imbarazzato, entusiasta o innamorato? C’è uno sticker anche per quello.
Come i Kanji Vengono Usati come Emoji nei Messaggi Giapponesi
E poi c’è qualcosa di ancora più tipicamente giapponese: le reazioni in Kanji in forma di emoji. Oltre alle emoji e ai kaomoji, in Giappone si usano anche i caratteri Kanji (i caratteri logografici cinesi usati nella scrittura giapponese) in modi creativi o espressivi, simili alle emoji, per trasmettere visivamente emozioni, reazioni o tono nella comunicazione digitale.
Usare singoli Kanji come simboli “tipo emoji”, compatti ed espressivi, nei messaggi o nei post, è qualcosa di profondamente legato alla cultura scritta giapponese. Per esempio:
- 笑 (risata), spesso scritto anche come “w” da “warau” (ridere)
- 涙 (lacrime)
- 汗 (sudore nervoso)
- 草 (erba): deriva da una serie di “w” messe insieme per rappresentare una risata (wwwww), che graficamente ricorda dell’erba
Apple non è rimasta indifferente a questa tendenza. Hai mai notato quelle emoji quadrate con simboli misteriosi accanto ai segni zodiacali? Quei quadrati multicolore con ideogrammi sono basati su Kanji giapponesi, e ognuno ha un significato:
- 🈲️ vietato
- 🈚️ gratuito
- 🈯️ riservato
- 🈳️ disponibilità
- ㊙️ segreto
- 💮 ben fatto – si chiama hanamaru (花丸), un fiore usato dagli insegnanti per premiare i compiti ben fatti (un po’ come la nostra stellina dorata)
Questi non sono solo elementi visivi; sono parole che portano con sé il peso emotivo della comunicazione.
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