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Nuovo boom dell’edilizia in Medio Oriente. E gli italiani cosa aspettano?

Burj al-Arab hotel, Dubai

Grattacieli altissimi, centri commerciali da fare invidia a Harrods e La Fayette, palazzetti del ghiaccio, isole artificiali, nuovi aeroporti, autostrade, treni ad alta velocità e piattaforme logistiche di ultima generazione.

Benvenuti nel Golfo Persico, terra di forti contrasti e paradossi, dove nonostante il deserto è in atto un boom edilizio spinto dalle entrate derivanti dal petrolio e gas naturale.

La spesa in conto capitale, cioè quel budget previsto dal bilancio statale per la realizzazione di investimenti, è in continua crescita nei Paesi del Golfo dal 2004 (Qatar National Bank).

In particolare, il settore edilizio ha registrato ritmi di crescita del 5% annuo negli ultimi 5 anni. Mentre nelle pianure europee si costruisce sempre meno, nei deserti arabi il valore dei megaprogetti in corso di realizzazione supera i 1,5 triliardi di dollari, a cui andranno ad aggiungersi altri 900 $ mld da qui al 2020.

Le grandi compagnie di costruzione italiane sono già presenti in loco con la gestione di progetti molto importanti (ad esempio, la costruzione della metro di Jedda affidata a Salini Impregilo).

Mancano invece all’appello le piccole e medie imprese, che ancora non hanno compreso la magnitudine delle opportunità presenti a Dubai, Kuwait City, Doha o Abu Dhabi e stentano ad internazionalizzare le proprie attività.

Il momento è quello giusto per aprire pizzerie, gelaterie, vendere scarpe artigianali, offrire corsi di cucina, insomma portare il made in Italy in luoghi dove è apprezzato, richiesto e ben remunerato .

Reference:
http://country.eiu.com

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