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La Capsula Culturale del 2025 nelle sue Parole

scritte neon con lettere colorate

Cosa ci dicono 5 parole virali su come abbiamo vissuto, comunicato e creato connessioni nel 2025

Ogni anno lascia dietro di sé una sorta di capsula del tempo culturale: un mix di trend, oggetti, momenti e frasi che si fondono nello zeitgeist collettivo. Con il 2025 ormai agli sgoccioli, ecco 5 parole che rappresentano al meglio alcuni dei fenomeni culturali globali dell’anno.
Il 2025 si è aperto con una spedizione spaziale tutta al femminile (e tutta di celebrities): non succedeva dal 1963. Un trionfo della scienza e della cultura pop. Poi è stata la volta delle file chilometriche fuori dai Popmart per conquistare un blind box di Labubu in edizione limitata. L’estate? Dominata da eventi pubblici, contest di sosia di celebrity (dove si sono presentate le vere star!) e performance live con personaggi reali in gare di mascolinità performativa.
Mentre la vita online correva sempre più veloce, molte persone hanno cercato rifugio nei ritmi lenti del mondo offline: boom di running club, gruppi di lettura, social learning e community dal vivo.
In mezzo a tutto questo, lo slang del 2025 ha funzionato come uno specchio. Una riflessione, piccola ma significativa, su chi siamo e su come stiamo (lentamente) diventando più consapevoli delle nostre abitudini sociali condivise. E, ovviamente, su quanto Gen Alpha sia creativa, irriverente e totalmente immersa nel digitale.

 

Parasocial: Quando il Legame È a Senso Unico

“Parasocial” è una di quelle parole entrate nel nostro lessico durante la pandemia, ma che ha raggiunto l’apice proprio quest’anno.
Scelta come Parola dell’Anno dal Cambridge Dictionary, descrive le relazioni unilaterali che si creano tra fan e creator, celebrità, streamer o musicisti: intensamente reali da una parte, invisibili dall’altra.
È il termine che ci aiuta a decifrare i confini sfumati tra fan e amico, follower e idolo. Un mix di intimità digitale, attaccamento emotivo e fiducia nel brand costruita attraverso uno schermo. E sì, anche i brand sfruttano il parasocial. Molte aziende oggi basano strategie di marketing e modelli di business su queste connessioni, trasformando il legame personale in engagement, e l’investimento emotivo delle persone… in fatturato.

 

6 7 : Gen Alpha & Lo Slang Numerico

 

Non stiamo solo accorciando i tempi, ma anche le parole. Il bizzarro “6 7” (si legge “six seven”) è il trend linguistico più breve e virale del 2025.
È un tormentone amato dalla Generazione Alpha. Non vuol dire nulla. O forse tutto. È semplicemente divertente. Perché proprio “six seven”? È nato con la canzone “Doot Doot (6 7)” di Skrilla, usata nei Reels e su TikTok dai fan del basket. Da lì, si è spostato nel mondo reale: bambini e ragazzi lo urlano a caso per scatenare risate tra pari. Confusione tra gli adulti? Totale. E gli insegnanti… sull’orlo del crollo.
È l’evoluzione del nonsense linguistico iniziato lo scorso anno con “brainrot”.

 

Chopped & Cooked: Slang Fresco di Giornata

Dalla cucina alla cultura pop.
Il verbo “chop” ha sempre avuto una certa versatilità: “do it chip chop” (in fretta), “chop and change” (cambiare continuamente), “get a fresh chop” (taglio di capelli), “get the chop” (essere licenziati)… e poi il classico “What am I, chopped liver?” (traducibile con “non conto niente?”).
Nel 2025, però, resta solo “chopped”. Crudo, diretto. Significa brutto, poco attraente, o semplicemente… che qualcosa fa schifo.

 

Poi c’è “cooked”, nel senso di “done for”: fregato, nei guai. Che continua il tema della cucina.
Un revival, in effetti: i boomer con il classico “your goose is cooked” hanno passato il testimone alla Gen Z che dice “I’m cooked” dopo una maratona di studio o dopo essere stati beccati ad uscire di casa di nascosto.
Oggi si usa così: “Se mi chiama per l’interrogazione e non ho studiato, sono cooked.”
Chopped & cooked: il modo Gen Z (e Alpha) per trasformare situazioni negative in qualcosa di più leggero, ironico. Una strategia di coping a colpi di slang.
PS: Vuoi capire meglio i phrasal verb? Scrivici 🙂

 

Performative: La Facciata del Digitale

Viviamo tra social, content e relazioni parasociali. Stiamo imparando a distinguere chi è autentico e chi… fa solo scena. Performative è il nuovo poser. Fare qualcosa per apparire, per dimostrare, per piacere agli altri.
Due fenomeni del 2025 hanno riportato il concetto sotto i riflettori: attivismo e mascolinità performativa.
Sul fronte attivismo, abbiamo assistito a ondate di post, denunce e solidarietà per alcune cause, seguiti da silenzi strategici o incoerenze evidenti.
Nel frattempo, è emerso il Performative Male: meno alpha da palestra, più “bravo ragazzo” con tote bag e matcha latte. Sensibile, legge libri in pubblico con cardigan cozy. Tutto molto curato. Anche troppo. Tanto da diventare una performance. E sì, quest’anno ci sono stati anche contest reali per incoronare il miglior “uomo performativo”.

 

Unc: Lo Zio Fuori Moda

Unc (diminutivo di uncle, zio) (perché abbreviare è un’arte) è il nuovo modo affettuoso per dire che qualcuno è fuori dal loop dei trend.
Immagina uno zio che cerca di fare una battuta con i nipoti, convinto che spaccherà. Silenzio imbarazzante. Non ha colto.
Unc è il modo gentile (ma neanche troppo) di dire: sei out, vecchio dentro, e internet ti ha superato.
Spesso lo troviamo in combo con “chopped”: “chopped unc” o “unc is chopped” diventato virale su TikTok per indicare il massimo del cringe.


Perché Conoscere Lo Slang È Fondamentale

La lingua cambia. Lo slang corre. È il riflesso della società. Si muove tra piattaforme, generazioni e subculture, lasciando indietro chi non si aggiorna. Detto in parole 2025: ti fai chiamare unc.
Se vuoi parlare davvero con il tuo pubblico, devi allineare il linguaggio. Non solo quello che usano, ma quello che li rappresenta. Scopri cosa funziona, cosa è già vecchio, cosa è autentico e cosa è solo performativo.
In un mondo dove le parole viaggiano alla velocità di un trend, restare al passo significa essere credibili, rilevanti, e davvero connessi con chi vuoi raggiungere.
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